La pandemia ha accelerato la diffusione delle tecnologie a supporto della didattica, portando ad un aumento esponenziale della domanda di e-learning in tutto il mondo con conseguenze dirette anche sul lato dell’offerta.

Tuttavia, non sempre la quantità coincide con la qualità: molti nuovi player hanno immesso sul mercato corsi derivanti dalla didattica d’aula, non sempre adatti ad una fruizione in remoto.

L’aumento dell’offerta di corsi e servizi e-learning non coincide con l’aumento della qualità 

Le conseguenze sono note: corsi poco gratificanti, conoscenze in uscita identiche a quelle in ingresso e corsi quasi mai personalizzati sulle esigenze del discente.

La domanda a questo punto è: cosa succederà all’e-learning dopo la fine della pandemia? Accadrà quanto sta succedendo con lo Smart Working, per mesi considerato la panacea delle organizzazioni e ora modello di lavoro in ritirata un po’ ovunque? (ricerca Inapp disponibile qui).

Per fare il punto sulla situazione, STAR-T  ha condotto una serie di interviste ai responsabili formazione e HR di aziende italiane di medie dimensioni.

Che futuro prevedete per la formazione a distanza?

  • Crescita solo se si innova

Per gli intervistati, l’e-learning continuerà a crescere solo se saprà evolversi nelle modalità e nelle tecnologie. Tecnologie come l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale (o realtà aumentata) stanno già cambiando il modo in cui viene fornita l’istruzione “on site” e ci si può aspettare che queste tecnologie saranno sempre più sfruttate nella preparazione dei corsi online, che saranno di conseguenza più interattivi, coinvolgenti e personalizzati.

  • Non solo corsi sulla sicurezza

Gran parte del mercato dell’e-learning in Italia è occupato dai corsi sulla sicurezza sul lavoro, che secondo la normativa attuale (e in attesa del più volte annunciato Accordo Stato Regioni) possono essere fatti in remoto. Questo comporta vantaggi economici e organizzativi per l’azienda che non deve attendere la disponibilità di aule e docenti per formare neoassunti o gestire gli aggiornamenti obbligatori. Tuttavia, la qualità media dei corsi presenti sul mercato è stata considerata piuttosto bassa dagli intervistati, che ci hanno mostrato corsi in .pdf o videocorsi dove un docente legge “pari-pari” il Testo Unico.

Un’occasione persa per offrire e-learning di qualità, considerando che gli utenti in questo settore non mancano. Se i corsi diversi da quelli sulla sicurezza avessero la stessa qualità di quelli analizzati, non ci sarebbe un gran futuro per l’e-learning, ribadiscono gli intervistati.

  • Verso un modello ibrido

Tutti concordano che la formazione on-site offre potenzialità di coinvolgimento dei discenti difficilmente raggiungibili con corsi online. Tuttavia, trovare un bravo docente e un’aula per la formazione continua non è semplice e incide notevolmente sull’organizzazione del lavoro (turni, orari, impegni difficili da conciliare).

Il modello blended, o ibrido, può aiutare i partecipanti a raggiungere un livello di conoscenza comune prima di accedere all’aula, che a questo punto affronterà i temi più specifici e che richiedono maggiori interazioni tra docenti e discenti.

  • Personalizzazione dei percorsi

Una delle promesse meno mantenute dai fornitori di corsi e-learning è la possibilità di personalizzare i percorsi sulla base delle competenze e dei bisogni dei singoli discenti. Il modello “corsi sulla sicurezza” obbliga tutti a seguire lo stesso percorso, definito dalla normativa. Non si capisce, però, perché su altri temi lo stesso modello sia diventato prevalente. La disponibilità di percorsi differenziati scelti direttamente dai partecipanti con il supporto di tutor (o strumenti di intelligenza artificiale) potrebbe favorire la diffusione dell’e-learning nelle imprese.

  • Stesso destino dello Smart Working?

Su questo tema, tutti gli intervistati sono stati concordi. I destini potrebbero essere diversi. Organizzare le attività in Smart Working per gli HR è stato particolarmente difficile, non solo per questioni tecnologiche, ma anche perché non esistevano le basi culturali per la suddivisione dei compiti e il controllo dei risultati.

Molti manager, abituati a una gestione “a vista” dei collaboratori, si sono trovati  impreparati a gestire il lavoro a distanza. Da questo punto di vista, l’organizzazione di corsi online facilita invece il lavoro di responsabili HR: una volta reso disponibile un catalogo, i dipendenti possono svolgere le loro attività di aggiornamento in autonomia. La capacità di controllo dei risultati, tramite i report online presenti nei moderni LMS, risulta facile e immediata.

In sintesi

L’e-learning ha avuto una crescita inaspettata e imprevedibile durante la pandemia. Il suo utilizzo prevalente ha superato gli ambienti scolastici/universitari, dove era già diffuso, crescendo anche nelle organizzazioni. Tuttavia, superata la fase emergenziale, in cui quasi qualsiasi novità “telematica” ha avuto successo, è necessario che l’offerta compia un salto di qualità.

Se questo avverrà, l’e-learning continuerà a crescere e ad evolversi, diventando sempre più integrato con i modelli formativi tradizionali e accessibile ad un’utenza sempre più vasta e diversificata.